IL GIORNO DELLA MEMORIA

Venerdì 24 Gennaio

 Incontro dedicato a Bartali e Bassi in occasione del Giorno della Memoria

(Aula Consiliare, Via Manzoni 1, Canegrate)

Intervento del Presidente

 Buonasera a tutti, devo dire che quando Claudio Frenati, Presidente della Canegratese mi ha comunicato questa iniziativa riguardante l’ indimenticato campione Gino Bartali ho pensato all’atleta che ha vinto tre giri d’Italia, due Tour de France, quattro Milano-Sanremo, tre giri di Lombardia e tanto altro.                                      

Ho poi pensato che avrebbe potuto riguardare il Bartali protagonista al Tour del 1948 di una impresa straordinaria che consentì di placare gli animi e di fatto evitò una possibile guerra civile a seguito dell’attentato di cui era stato vittima Palmiro Togliatti.                                                           

Ho anche pensato che poteva essere che  il 18 luglio ricorre il centenario della nascita di Gino Bartali.

 In realtà questa sera siamo qui per ricordare il Bartali eroe che il 23 settembre scorso è stato dichiarato “GIUSTO TRA LE NAZIONI” che è il massimo riconoscimento che Israele assegna ai non Ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella anche di un solo Ebreo. 

Questo riconoscimento proietta indubbiamente in tutto il mondo, non solo il Campione Bartali, ma l’eroe che ha salvato ottocento persone e che anche a tutti noi, da quel 23 settembre 2013 ha modificato il modo con cui abbiamo sempre pensato e guardato a Gino Bartali.

 Non vi nascondo che quando ho sentito la notizia, io cresciuto in una famiglia antifascista, ho pianto dalla commozione e ho pensato a mio padre, grande appassionato di ciclismo che tifava  per Gino Bartali, a quanto gli avrebbe fatto piacere sapere che il suo campione aveva salvato anche ottocento persone riscattando l’onore di quella Italia che ebbe il coraggio di dire no alle barbarie naziste e fasciste.

 Conoscendo mio padre vi assicuro che sarebbe sicuramente partito in treno per la Toscana, non avendo mai fatto la patente, per abbracciare il suo campione- eroe.

 Mi sono anche ritornate alla mente le discussioni, tra mio padre e mio zio tifoso di Coppi, che facevano durante le chilometriche e tradizionali partite a tre-sette del sabato sera tra i miei parenti a casa dei miei genitori, discussioni che non trovavano mai soluzioni univoche e che terminavano sempre con la frase dello zio che dichiarava che però Bartali non aveva mai vinto un titolo mondiale.

Penso, anzi sono sicuro, che con questo straordinario riconoscimento il nostro Gino Bartali compensi abbondantemente quella lacuna e volendo fare il tifoso al posto di mio padre risponderei a mio zio  che come minimo questo fatto ha assegnato a Gino Bartali ben ottocento maglie iridate e per quanto riguarda mio zio Gaetano posso garantirvi che sarebbe stato d’accordo.

A titolo di curiosità vi dico che nonostante la situazione in  famiglia io ero troppo piccolo per tifare Gino Bartali però qualche impulso deve essermi arrivato in quanto ho tifato per molti anni per un altro toscanaccio di nome Gastone Nencini.

Tra i tanti pensieri che mi sono frullati per la testa, uno mi incuriosiva più di altri ed era su ciò che avrebbe detto e fatto il suo amico rivale Fausto Coppi se lo avesse saputo.                                         

La risposta che mi sono dato è che sarebbe stato straordinariamente felice e orgoglioso di avere al fianco un amico-rivale che si è seduto tra i grandi della storia del mondo per avere salvato tantissime persone.

 Non vi nascondo che ciò  che mi ha colpito maggiormente di Gino Bartali è l’avere mantenuto per se questa parte straordinaria della sua vita.                                                                   

 L’altra straordinarietà è che per compiere queste imprese abbia utilizzato lo strumento della sua grande passione e cioè la bicicletta per aiutare a sfuggire dalle leggi razziste e dalle persecuzioni centinaia di ebrei.

 Non dimentichiamoci inoltre che Gino Bartali ha messo in pratica ciò che tutti noi diciamo  e cioè che lo sport, in questo caso il ciclismo, è una scuola di vita e di solidarietà.                                                                          

Naturalmente il nostro Gino Bartali ha portato la solidarietà ad un livello altissimo.                                                                                                   

 Non posso dimenticare Giacomo Bassi di cui non conoscevo la storia e per questo vi ringrazio di avermi offerto la possibilità di scoprire che ha lavorato anche nel comune di Brugherio confinante con Carugate dove abito  e trasferitosi qui ha salvato una famiglia di cinque persone tenendole nascoste per oltre un anno e per questo  verrà ricordato per sempre come un Giusto tra le Nazioni.   

 Voglio ringraziare Andrea Bartali e nel contempo incitarlo a proseguire nel far conoscere a sempre più persone ciò che ha fatto il suo indimenticabile babbo.                                          

 Voglio naturalmente ringraziare i promotori di questa iniziativa e cioè l’Amministrazione Comunale di Canegrate, l’Unione Ciclistica Canegratese e gli Amici della FIAB.                                                                           

 Mentre all’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, oltre a ringraziarli, dico che la vostra funzione non si è affatto esaurita  in quanto è necessario che assieme a tutte le persone a cui sta a cuore la democrazia, si continui  a spiegare ai giovani, ma anche agli adulti con la memoria corta, cosa sono state le leggi razziali, i campi di sterminio, l’olocausto e le persecuzioni, affinchè tali barbarie non debbano mai più ripetersi per non dovere mai più scrivere altri nomi nel “Giardino dei Giusti tra le Nazioni”.                                                                                                            

 Termino dicendo, se pure in maniera postuma, a Giacomo Bassi e Gino Bartali che siamo orgogliosi di ciò che avete fatto. 

 Vi ringrazio dell’attenzione

 IL PRESIDENTE CP FCI MILANO

 Valter Cozzaglio

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