Nelle ultime due settimane Luigi Vidali ha partecipato ad una serie di workshop organizzati dalla Scuola Regionale Dello Sport di CONI Lombardia per promuovere la parità di genere. Diversi testimonial di alto livello hanno partecipato con i loro contributi, da Presidenti di Federazioni Nazionali, a Componenti della Giunta del CONI, a Giornaliste, Avvocate, Professori tanto per citare alcuni di questi. I partecipanti al corso sono stati suddivisi in 5 gruppi ognuno col colore di uno dei cerchi Olimpici con un tema da sviluppare. Al gruppo di Luigi a cui è stato dato il compito di team leader e poi di relatore, è stato dato il compito di “Redigere un documento – da pubblicare nel sito web di un’ipotetica società sportiva – per sensibilizzare e decostruire gli stereotipi in uno sport cosiddetto “maschile” e renderlo inclusivo (compreso l’abbigliamento)”. Componenti del gruppo dal mondo del Calcio delle Arti Marziali ed ovviamente del Ciclismo
Di seguito il testo prodotto e la presentazione che potranno essere utilizzati ed adattati dalle società per promuovere uno dei fondamenti non solo dell’ONU (Target N°15 dell’agenda 2020-2030) ma anche del CIO ed a cascata di CONI, FSN, EPS e DSA.
GENERE PLUS: GRUPPO DI LAVORO CERCHIO ROSSO
“Redigere un documento – da pubblicare nel sito web di un’ipotetica società sportiva – per sensibilizzare e decostruire gli stereotipi in uno sport cosiddetto “maschile” e renderlo inclusivo (compreso l’abbigliamento)”
Contributi da:
Melissa Sara Lazzari – Judo
Mohamed Fekry Antr – Calcio
Luigi Vidali – Ciclismo
Sport per Tutti, Rompere gli Stereotipi e Costruire Inclusione
Sport senza etichette, non ha genere: verso un futuro inclusivo
Da sempre lo sport è sinonimo di passione, impegno, condivisione e crescita personale. Non dovrebbe mai essere limitato da stereotipi di genere. Eppure, alcuni sport continuano a essere etichettati come “maschili” o “femminili”, limitando la partecipazione e l’espressione di tante persone. Troppo spesso, discipline considerate “maschili” vengono percepite come poco adatte alle donne o alle persone che non si identificano in ruoli tradizionali. È tempo di cambiare questa narrazione. Crediamo che sia tempo di decostruire questi stereotipi e abbracciare una visione più ampia e veritiera: lo sport è per tutt* coloro che lo amano
La nostra società sportiva crede invece che ogni disciplina appartenga a chi la ama, senza distinzioni di genere, età, identità, origine e cultura.
Perché parlare di stereotipi nello sport
Gli stereotipi di genere non limitano solo la partecipazione sportiva, ma possono influenzare profondamente la percezione e creano aspettative irrealistiche e dannose per tutt*
Limitano le scelte dei bambini e delle bambine, spingendoli verso sport “considerati adatti”.
Creano ambienti poco accoglienti per chi non si riconosce nei ruoli tradizionali.
Condizionano l’immagine dello sportivo ideale, escludendo diversità fisiche, culturali o identitarie.
Creano il “Muro dell’Aggressività”: spesso lo sport “maschile” è associato all’aggressività e alla soppressione emotiva.
Fanno credere che sia per Corpi “Forti”: l’idea che esista un unico “corpo ideale” per il nostro sport.
Perché gli stereotipi fanno male
Gli stereotipi non solo scoraggiano la partecipazione, ma creano barriere culturali che impediscono a molti di vivere lo sport come esperienza di crescita. Etichette come “sport da uomini” o “abbigliamento femminile” non hanno spazio in una società moderna e inclusiva.
Rompere questi schemi significa restituire allo sport la sua natura più autentica: uno spazio di libertà, rispetto e pari opportunità.
Inclusione in campo: le nostre azioni
Come società sportiva, ci impegniamo ogni giorno per:
Comunicazione neutra: Evitiamo linguaggi che rafforzano ruoli di genere. Promuovere linguaggi e comportamenti rispettosi, liberi da pregiudizi e discriminazioni. Scrivere e parlare in modo inclusivo.
Ci impegniamo a utilizzare un linguaggio corretto ed inclusivo, che non dia nulla per scontato. Dalle comunicazioni interne ai post sui social media, evitiamo riferimenti esclusivi e promuoviamo un modo di parlare che includa atlete, atleti, insegnanti, staff e tutte le persone che non si identificano in categorie binarie, come di seguito esplicitato
Usiamo parole “jolly” che sono inclusive per natura, e risolvono in modo immediato e semplice la questione di come usare il genere nella lingua. Vanno bene anche per parlare di persone non binarie, cioè coloro che non si identificano come donna o uomo.
Riduciamo le parole che si riferiscono alle persone quando non necessario e che non si riferiscano specificatamente all’ambiente dello staff tecnico
Nei moduli da compilare, lasciamo che sia chi compila a specificare il suffisso delle parole (ad es. lasciare “io sottoscritt*”) e che siano utilizzati da tutti, indipendentemente dall’età a cui sono rivolti
Quando bisogna chiedere di specificare il genere, lasciamo la risposta aperta invece di fornire opzioni preimpostate
Usiamo il femminile per parlare di donne o usiamo nome e cognome
Non mettiamo l’articolo davanti ai cognomi di donne (usanza tipicamente del Nord)
Usiamo sia la forma femminile che quella maschile per parlare di gruppi misti (es. “i consiglieri e le consigliere”) o di individui generici (es. “il candidato o la candidata”)
Usiamo sempre il nome scelto di una persona e mettiamo a loro agio le persone che si identificano con un genere diverso
Proponiamo al femminile l’uso di termini solitamente di ruoli al maschile
Promuoviamo un ambiente dove l’intensità è valorizzata, ma anche il rispetto, l’empatia e la capacità di esprimere le proprie emozioni, senza che questo sia visto come un segno di debolezza
Celebriamo la diversità di forme, fisicità e abilità, riconoscendo che la vera forza risiede nell’allenamento, nella tecnica e nella resilienza individuale.
Gestione delle immagini: Le attività del nostro sport vengono raccontate, sul nostro sito web o sui social, attraverso immagini, sia fisse che in movimento.Il modo in cui utilizziamo le immagini deve riflettere la diversità che troviamo tra gli sport, gli atleti e i tifosi, ma deve anche tener conto dell’uguaglianza e dell’equilibrio, sia in termini di qualità che di quantità. Teniamo sempre a mente queste linee guida visive:
Evitiamo immagini passive e sexy di sportivi e sportive che rafforzano gli stereotipi
Non concentriamoci inutilmente sull’aspetto fisico ma sulla prestazione atletica
Non concentriamoci troppo o solo sullo stesso o sulla stessa atleta all’interno del team, a meno che non sia collegato allo sport e alle prestazioni
Assicuriamoci che non ci sia un numero significativamente maggiore di immagini di un genere o di un gruppo comunitario rispetto all’altro.
Evitiamo di rafforzare gli stereotipi femminili e maschili o di concentrarsi esclusivamente sugli sport “adatti al genere”.
Nella gestione delle pagine del sito web della società, curiamo una galleria equilibrata dal punto di vista del genere
Gestione delle interviste: come per la gestione delle immagini anche le interviste alle atlete ed agli atleti che verranno poi registrate e pubblicate dovranno evitare domande e dichiarazioni focalizzate sul genere
Riconosciamo che i risultati di un’atleta sono frutto di un lavoro di squadra.
Facciamo attenzione al tono
Diversifichiamo le voci che intervistano
Offriamo agli atleti e alle atlete opportunità di formazione in vista delle interviste da parte dei media
Accesso libero: Ogni persona, indipendentemente da genere, età, religione o background, deve sentirsi benvenuta. Favoriamo la partecipazione di tutte e tutti, anche in squadre miste, ove possibile, creando ambienti sicuri e accoglienti. Anche se non previsto da norme nazionali, lo statuto ed i regolamenti societari verranno rivisti per includere esplicitamente l’obiettivo della parità di genere e l’impegno alla non discriminazione favorendo la rappresentanza femminile (stabilendo eventualmente quote minime nei consigli direttivi e nelle strutture tecniche) mantenendo l’obiettivo di migliorare le competenze, le capacità e le prestazioni societarie.
Formazione: Formiamo lo staff tecnico sulla parità di genere e l’inclusione sportiva al fine che sia sensibilizzato per promuovere rispetto e pari opportunità. Proponiamo alle donne di ricoprire ruoli manageriali e tecnici formandole per i ruoli identificati.
Premiazioni: nell’organizzazione di gare le premiazioni saranno identiche sia nel numero dei premiati che per la tipologia di premio per le categorie femminili e maschili
Spogliatoi: manteniamo separati gli spogliatoi per ragazze e ragazzi ed evitiamo che persone diverse dallo staff accedano
Collaboriamo con scuole e associazioni per sensibilizzare sul tema.
Abbigliamento Sportivo: La Libertà di Vestire la Tua Passione senza pregiudizi
Anche l’abbigliamento sportivo comunica valori. L’abbigliamento come libertà, non come etichetta: abbattiamone i pregiudizi.
Per troppo tempo ha rispecchiato stereotipi di genere, imponendo modelli estetici o funzionali diversi per uomini e donne. Noi crediamo che la divisa debba essere uno strumento di comfort e identità, non di distinzione. L’abbigliamento non deve essere un ostacolo, ma un mezzo per esprimere la propria identità e massimizzare la performance.
Per questo la nostra Società adotta e promuove una politica di abbigliamento neutrale e inclusivo con Opzioni Gender-Neutral (ove applicabile alla tipologia di attività) garantendo che l’attrezzatura e le divise ufficiali siano disponibili in una varietà di tagli, misure e stili che non siano rigidamente etichettati come “maschili” o “femminili”. Chiunque può scegliere l’opzione che ritiene più comoda e adatta alle proprie esigenze fisiche e al proprio senso di sé.
Offriamo diverse opzioni di divisa, adattabili a tutte le esigenze e identità anche nel rispetto della propria religione. Linee unisex (ove applicabile) e taglie inclusive
Offriamo divise che rispettano i requisiti tecnici dello sport specifico e che non abbiano differenze ingiustificabili
Valorizziamo la libertà di scelta nel rispetto del regolamento tecnico e del benessere individuale. Ogni atleta decide cosa lo fa sentire a proprio agio nel rispetto anche delle proprie tradizioni.
Materiali tecnici di qualità, senza distinzioni di genere ed età
Promuoviamo un’estetica sportiva inclusiva, funzionale e rappresentativa di chi pratica lo sport.
Un invito a tutta la comunità
L’inclusione è un percorso collettivo.
Ogni atleta, genitore, tecnico e parte della tifoseria può contribuire a cambiare la cultura sportiva, con gesti quotidiani di apertura, rispetto e incoraggiamento.
Solo così potremo costruire uno sport davvero per tutte e per tutti — dove il talento, la passione e la dedizione contano più di qualsiasi etichetta.
La partecipazione significa condivisione di valori di rispetto e apertura. Invitiamo tutti a:
Sostenere chi si avvicina allo sport senza giudizi.
Promuovere un ambiente dove contano il talento e la passione, non il genere o l’età o la religione.
Lo sport è di tutti, facciamo squadra per renderlo davvero inclusivo.
Insieme possiamo cambiare le regole del gioco. Lo sport non ha genere. Ha solo cuore.